Gioie e fantasmi del passato, agli Europei l’obiettivo può essere una medaglia
Anche senza i favori del pronostico, l’obiettivo medaglia a Eurobasket non è proibitivo. Che questa possa essere anche l’estate della pallacanestro maschile, dopo il bronzo europeo della nazionale femminile e i successi e gli ottimi piazzamenti delle squadre giovanili, ci sperano tutti gli appassionati. E forse pure qualche curioso che, facendo zapping, sarà capitato per sbaglio su un’amichevole o su un torneo pre-Europei. Mentre lo sport italiano inanella successi, all’Italbasket manca un podio da troppi anni. L’ultima volta alle Olimpiadi di Atene 2004, quando gli azzurri vinsero l’argento piegandosi solo all’Argentina della Generacion Dorada. Quell’anno, in un’amichevole in preparazione ai Giochi, a Colonia, battemmo gli Stati Uniti. Negli spogliatoi i giocatori avevano scommesso sul passivo della sconfitta: venti, quaranta, sessanta punti di scarto. L’Italia di Carlo “Charlie” Recalcati, invece, diede spettacolo. Per una sera, gli occhi del mondo si spostarono sul tricolore.
A quella partita, il coach dell’odierna nazionale Gianmarco Pozzecco c’era. Fece girare la testa ad Allen Iverson, che prima del match si era lasciato sfuggire un “Who is Pozzecco?”. Il Poz la prese sul personale. Tutti ricordano la sua grinta e la sua cattiveria agonistica. Quell’inchino con la mano sul cuore diventato icona, dopo aver bruciato il play americano in penetrazione appoggiando due punti al tabellone e subendo fallo. Nessuno, ancora oggi, ha dimenticato le “triple ignoranti” di Basile e un martellante capitano Giacomo Galanda, miglior realizzatore di quella serata. Ma vivere di ricordi non basta, bisogna essere in grado anche di crearne di nuovi.

Ventuno anni dopo Pozzecco non sarà in campo, ma guiderà gli azzurri dalla panchina a Eurobasket, in programma tra Limassol (Cipro), Tampere (Finlandia), Katowice (Polonia) e Riga (Lettonia) dal 27 agosto al 14 settembre. Ai gironi, l’Italia affronterà Grecia, Spagna, Georgia, Bosnia e Cipro con la missione di arrivare tra le prime quattro e staccare un biglietto per gli ottavi. Archiviata la questione della partecipazione in azzurro di Di Vincenzo (in forza ai Minnesota Timberwolves), secondo le motivazioni ufficiali out per un infortunio all’alluce, al gruppo si è aggregato Darius Thompson. In amichevole, contro l’Argentina, l’esterno dell’Efes Istanbul ha già messo in mostra le armi del suo gioco. Palleggio, arresto e tiro e una buona difesa.
Il Poz, intanto, riparte dalle certezze: Fontecchio, Melli, Pajola. In un’intervista a La Gazzetta dello Sport, Gigi Datome li ha incoronati leader della squadra. “Non lo dico per mettere loro pressione – ha sottolineato l’ex capitano –, ma perché sono le guide per l’impegno e lo status di giocatori che hanno. E sono gli esempi da seguire per i giovani che li guardano con ammirazione”. L’Italia punta sul mix di esperienza e gioventù. Scalpitano Diouf e Niang e sono pronti a confermarsi Spagnolo e Procida, freschi di firme con Baskonia e Real Madrid. Indiscussa la presenza di Danilo Gallinari, che ha conquistato il primo titolo della sua carriera in Porto Rico, da protagonista e MVP delle finali scudetto, con i suoi Vaqueros De Bayamon. “Mi manca una medaglia con la nazionale e poi posso essere felice”, ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport. Il Gallo ha iniziato la sua avventura con l’Italbasket giovanissimo, a 17-18 anni, saltando però otto estati con competizioni internazionali. Per lui, gli Europei 2025 saranno l’ultimo ballo in azzurro.

La coesione del gruppo c’è, l’affiatamento pure. La concorrenza non manca. Francia, Germania, Serbia, Grecia, Lituania, Spagna e Slovenia, solo per citarne alcune. Le individualità, però, non fanno la squadra. “Non faccio promesse a nessuno, vedo il ranking FIBA e so che siamo undicesimi (dopo alcune amichevoli l’Itallbasket è sesta). Ma negli spogliatoi, poi, io e solo io posso urlare ai ragazzi che possiamo farcela”, ha dichiarato Pozzecco al Corriere dello Sport. Metodo Poz. Testa, organizzazione e tattica, ma soprattutto energia e cuore. Dieci anni fa, il podio è sfumato pure a una delle nazionali con più talento degli ultimi anni. Agli Europei del 2015 (tra Francia, Croazia, Germania e Lettonia) battevamo la Spagna di Gasol e poi la Germania di Nowitzki all’overtime, con uno step back di Gallinari a 40 secondi dalla sirena e la tripla della staffa di Belinelli. Poi ci fermavano ai quarti contro la Lituania. In quella squadra c’erano Bargnani, Hackett, Cinciarini, Della Valle, Gentile, un Nicolò Melli 24enne e, appunto, il Gallo e Beli.
Il passato torna ciclicamente a bussare alla porta proponendo operazioni nostalgia, ma la penna per scrivere la storia ce l’hanno in mano anche gli sportivi della pallacanestro di oggi. Gli ultimi test prima di Eurobasket saranno le sfide contro Lettonia e Grecia al torneo dell’Acropolis, ad Atene, il 21 e il 22 agosto. Accertato il forfait di Tonut per infortunio muscolare, coach Pozzecco dovrà ora decidere i dodici della spedizione azzurra. L’ultimo taglio, eccetto sorprese, potrebbe essere il play/guardia del Trapani Riccardo Rossato.
Dopo le recenti missioni di qualificazione e le buone prestazioni alle scorse Olimpiadi e al Mondiale 2023, tocca anche ai ragazzi del Poz convincere le nuove generazioni che il pallone è anche a spicchi e non solo quello da rincorrere su un rettangolo verde. Serve l’effetto domino di un grande trionfo. È successo con il nuoto e con l’atletica dopo i Giochi di Tokyo e Parigi e anche con il tennis, grazie all’ascesa di Jannik Sinner al trono della classifica ATP. Le nazionali di pallavolo (femminile e maschile) sono ai vertici delle graduatorie mondiali ormai da alcuni anni. In degli Europei a cui parteciperanno diverse stelle della NBA, l’Italbasket sogna una medaglia per tornare a festeggiare ventuno anni dopo Atene. E come si dice, sognare non costa nulla. Soprattutto se a farlo, insieme agli azzurri, sarà una nazione intera.

Foto in copertina e nell’articolo: Italbasket