Anche Jannik Sinner è umano

Jannik Sinner ha perso agli ottavi ad Halle e sono già partiti i necrologi. Perché quando possiamo fare gli allenatori, noi italiani non ci tiriamo mica indietro: a sputare sentenze siamo i migliori. Dopo la sconfitta contro Bublik per 6-3, 3-6, 4-6, c’è già chi sui social parla di un giocatore bollito e di crisi. Ovviamente le argomentazioni sono brillanti: il ricorso al doping con riferimento al caso clostebol e la residenza a Montecarlo, per cui l’altoatesino non paga le tasse in Italia.

Poiché la sfiga ci vede benissimo, venerdì 20 giugno è uscito pure il brano “Polvere e Gloria” in feat con Andrea Bocelli. Quindi, a detta degli esperti coach del web, «Jannik dovrebbe pensare al tennis invece di fare musica».
Poco importa se Bublik, numero 45 del ranking Atp, sia una mina vagante con grande talento soprattutto sull’erba e se, dopo tre mesi lontano dal campo, la volpe di Sesto sia arrivata in finale prima a Roma e poi a Parigi. E meno ancora che, il Roland Garros, lo abbia perso al super tie-break con Carlos Alcaraz. Che, tra l’altro, non è esattamente l’ultimo degli sventurati.

L’azzurro ci ha abituati così tanto a vederlo vincere che quando perde (raramente) gridiamo allo scandalo. E in questi casi, forse, ci si mette meno a scendere dal carro che a salire. A complicare le cose c’è pure la narrazione dello sportivo glaciale e del robot perfetto. Cortocircuito. Anche l’altoatesino è umano e, ricordiamolo, di anni ne ha solo 23. É certo che non arriverà il titolo in terra tedesca, come nel 2024.
Intanto, però, Sinner ha messo altro carburante nelle gambe, in attesa di Wimbledon. Invece di inviperirci per una partita persa, godiamocelo. Perché a scalare l’Olimpo con lui siamo tutti bravi, ma se si tratta di scendere un po’, che lo faccia da solo.

Jannik Sinner durante un servizio

Photo credit: Jannik Sinner