Djokovic è ancora troppo forte per Sinner, ma il talento azzurro è sulla buona strada per colmare il gap con i più grandi
Jannik Sinner è un talento ancora troppo grezzo per battere Novak Djokovic. I pronostici, nello sport, sono fatti per essere smentiti, ma il fuoriclasse serbo ha di nuovo dimostrato perché è considerato uno dei migliori tennisti della storia. 6-3, 6-4, 7-6 il punteggio al termine di una battaglia durata 2 ore e 47 minuti. Tre set a zero e quinta finale consecutiva a Wimbledon per Nole. Risultato bugiardo per un match lottato punto a punto e deciso da due break del numero 2 ATP nei primi set. Poi sostanziale equilibrio, come dimostrano le statistiche: 106 punti vinti contro 96 e stessa percentuale di punti vinti con la prima di servizio. Alla lunga, troppi errori di Sinner e glaciale gestione di Djokovic, che ha anche salvato sei palle break su sei. Contro il serbo, si paga anche la minima disattenzione.
A fare la differenza sono stati la pazienza e il cinismo di Nole, che non ha tremato nei momenti decisivi e ha annullato due set point. Non si vincono 23 Slam per caso. Sinner, con molta pressione addosso e l’emozione della prima semifinale Slam, ha mostrato un ampio repertorio di colpi, miglioramenti al servizio e una buona tenuta mentale. Poi ha provato e sbagliato tanto, ma senza timore. Nel terzo set, recuperando un game da 0-40, ha anche mandato fuori giri Djokovic, che si è innervosito e, provocato, ha cercato lo scontro con il pubblico. Per lui si sa, linfa vitale.
Alla fine, l’esperienza del serbo ha avuto la meglio sull’esuberanza del 21enne altoatesino, indicato dal rivale come uno dei leader della nuova generazione e lodato per la prestazione nel match. Un’investitura che proviene da chi a Wimbledon non perde da sei anni e oggi è in corsa per il Grande Slam. A separare Nole dall’ottava affermazione a Londra, adesso, solo il fenomeno generazionale Carlos Alcaraz. Per colmare il gap con i più grandi talenti, invece, a Sinner mancano ancora la freddezza negli scambi decisivi, quando la palla pesa il doppio, e un definitivo salto di qualità. L’età è dalla sua parte, il margine per crescere c’è, come il potenziale ancora inesplorato. Avrà perso tre set a zero. Perderà ancora. Ma vale la pena aspettarlo.
Foto: Jannik Sinner