Novanta minuti dalla gloria

Emozionante, suggestiva, magica. La rincorsa allo scudetto delle milanesi si concluderà, domenica, in un derby a distanza, ma di importanza indicibile. Un epilogo di grande fascino da gustare, inscritto nella cornice di storia di una rivalità eterna. Una metropoli frammentata, divisa da due fedi, quasi religiose, attende trepidante. A Milano convivono due facce della stessa medaglia, scolpite, però, su ideologie diverse. Uno stadio in comune, milioni di tifosi in Italia e nel mondo e un’altalena cromatica che alterna rosso-nero e nero-azzurro. Il lento e paziente processo di ricostruzione del Milan di Pioli a confronto con l’imprevedibile, pazza Inter di Simone Inzaghi. Un occhio fugace ai calcoli matematici e la concentrazione, doverosa, di chi scende in campo per una partita che vale una stagione. Da una parte l’occasione di cucire sulla maglia la seconda stella e poggiare le fondamenta di una dinastia; dall’altra il sogno di festeggiare, in Piazza del Duomo, dopo undici lunghi anni e scalpellare il back-to-back dei cugini. Sassuolo e Sampdoria le avversarie, autostrade per il paradiso o baratri, direzione inferno. Pianto di gioia o di amarezza, apoteosi o delusione. Novanta minuti per completare il puzzle o restare immobili, inermi, con l’ultimo pezzo in mano. Novanta minuti dalla gloria.